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Infrastrutture del servizio idrico integrato

Sistema informativo territoriale

Le informazioni sulle infrastrutture all’interno dell’ambito sono gestite attraverso il Sistema Informativo Territoriale denominato ACQUE DI LOMBARDIA che comprende un ambiente di manutenzione del DB geografico (Desktop) ed uno per la consultazione (WebGIS e Mobile). Il progetto è condiviso con alcuni gestori lombardi (Gruppo Cap, Brianzacque, Uniacque, Lario Reti Holding, Sal, Pavia Acque, Padania Acque, Acque Bresciane, Alfa Varese) e dispone di una serie di stazioni Desktop ArcGIS (GEONIS), per la gestione di una banca dati relativa alle reti e alle infrastrutture del servizio idrico integrato. Il sistema consente la gestione quotidiana dei tracciati delle reti e consente ai tecnici la gestione e la manutenzione delle reti. I dati sono strutturati su un RDBMS Oracle multiutente che consente poi di divulgare in modo trasparente ed efficace le informazioni relative alle reti del servizio idrico e di acquisire, estrarre e gestire le tante informazioni derivanti dai dati georeferenziati. Il sistema di riferimento adottato è UTM WGS84.

La componente WebGIS, basata sulla piattaforma Esri e Geocortex, consente la consultazione, la ricerca e l’analisi dei dati georeferenziati. I contenuti disponibili possono essere visualizzati in mappe.

La mappa relativa all’acquedotto contiene le seguenti informazioni specifiche:

­1) ­rilievo delle reti di acquedotto e relativi manufatti ad essa asserviti (punti captazione, serbatoi, saracinesche, camerette, impianti di trattamento, idranti ecc.);

2) distrettualizzazione: visualizzazione delle informazioni suddivise su base comunale, relative alla suddivisione in distretti della rete di distribuzione acquedottistica;

3) WSP (water safety plan), che riporta in particolare i seguenti contenuti:

  • zona rad acquifero: feature areale che delimita una porzione di territorio omogena per caratteristiche di radioattività dell’acquifero.
  • sistema Idrico (SI): feature areale che delimita una porzione di territorio in cui è stato individuato un sistema acquedottistico fisicamente indipendente. Il raggruppamento sovracomunale è definito su base fisica, fin dove c’è connettività idraulica. La finalità di questa schematizzazione del territorio e della rete idrica è la valutazione della vulnerabilità dell’intero sistema.
  • sistema Acquedottistico Controllato (SAC) o Zona di Approvvigionamento (ZA): feature areale che delimita una porzione di territorio che risponde alla definizione di “water supply zone”: zona geograficamente definita all’interno della quale le acque destinate al consumo umano provengono da una o varie fonti e la loro qualità può essere considerata sostanzialmente uniforme. Il raggruppamento sovracomunale è definito su base analitica di laboratorio. La finalità di questa schematizzazione del territorio e della rete idrica è la valutazione dei rischi sull’intero sistema.
  • raggruppamento per bilancio idrico (RABI): feature areale che delimita una porzione di territorio all’interno con la finalità di calcolarne il bilancio idrico.
  • impianto di influenza: Feature areale che serve per delimitare la porzione di territorio in cui viene distribuita acqua proveniente da un determinato impianto (serbatoio).
  • area di fornitura: feature areale che risponde alla definizione di water supply zone con maggiore dettaglio rispetto al SAC o alla Zona di approvvigionamento perché la delimitazione del territorio è basata sui risultati di un modello idraulico quali-quantitativo.

La mappa relativa alla fognatura contiene le seguenti informazioni specifiche:

1) rilievo delle reti suddivise per tipologia, comprensivo di profili longitudinali tra due nodi (camerette d’ispezione, sfioratori, innesti in condotta, scarichi, impianti di depurazione ecc)

2) manufatti lungo le reti (pozzetti ispezione, scolmatori di piena, stazioni di sollevamento) e relative schede monografiche;

3) videoispezioni;

4) scarichi industriali sulle reti (pratiche industriali).

È attiva una procedura automatica che esporta i dati relativi alle reti acquedotto e fognatura in file .shp caratterizzati da campi specifici necessari al software per la modellazione idraulica (sia acquedotto che fognatura) in uso presso i Gestori.

Captazioni

Il volume complessivamente prelevato dall’ambiente e alimentato nell’insieme di tutti gli impianti di acquedotto è stimato in circa 53 milioni di metri cubi, con una ripartizione pressoché uniforme sulle tre tipologie di provenienza: da sorgente, pozzo o corpo idrico superficiale. L’unica presa da acque superficiali a scopo potabile in provincia di Lecco è localizzata a Parè di Valmadrera: dal lago di Como. La concessione di prelievo è pari a 1.100 l/s, ma la capacità dell’impianto è attualmente limitata dalla rete di adduzione, in grado di trasferire 710-730 l/sec. L’acqua è prelevata alla profondità di 32,5 metri rispetto al livello medio del lago di Lecco; essa costituisce la principale fonte di approvvigionamento dell’acquedotto brianteo.

Nelle fasce centrale e meridionale del territorio della provincia di Lecco l’approvvigionamento idrico, oltre che mediante la presa dal lago in località Parè di Valmadrera, viene garantito soprattutto attraverso emungimenti di acque di falda mediante pozzi, mentre il numero e la densità di sorgenti è significativamente inferiore a quelle della fascia settentrionale, dove questa tipologia di approvvigionamento è invece di gran lunga prevalente.

Complessivamente risultano censiti i seguenti manufatti:

 FONTE

Attive Ferme In disuso In chiusura Totale
Prese superficiali 1 1
Pozzi 86 5 19 6 116
Sorgenti 425 18 443
Totale 512 5 37 5 560

 

Impianti di potabilizzazione

Il principale trattamento di potabilizzazione è dedicato alla presa di acque superficiali e consiste nelle fasi di preclorazione, filtrazione rapida e postclorazione, su due linee. Esclusa la semplice disinfezione, altri due impianti sono stati realizzati per la rimozione dell’arsenico in Valvarrone, località Introzzo Subiale, e a Sueglio, località val di Quai, ed altrettanti sono finalizzati all’abbattimento dei solventi organoalogenati a La Valletta Brianza (impianto di via statale) e a Valgreghentino (impianto di via Kennedy). Presso la principale sorgente, Edison, della porzione meridionale del territorio, a Paderno d’Adda, è installato un separatore idrociclone. Il volume immesso complessivamente in questi impianti è pari a circa circa 17-18 milioni.

Reti di adduzioni

Tutti i comuni gestiti sono stati oggetto di rilievo sulle reti di acquedotto a partire da gennaio 2019, con termine nel 2021, secondo le previsioni. Prosegue invece al ritmo di 200 km/anno l’installazione degli strumenti di misura ai fini del monitoraggio della rete di distribuzione. Sulle reti oggetto di studio viene altresì condotta la ricerca delle perdite occulte.

La banca dati finora acquisita, consultabile tramite piattaforma GIS, risulta essere costantemente aggiornata con gli interventi di ampliamento e/o manutenzione grazie a specifiche procedure implementate da LRH, per cui le imprese che attualmente eseguono gli interventi di manutenzioneimplementate da LRH, per cui le imprese che attualmente eseguono gli interventi di manutenzionesi occupano anche di restituire all’ufficio cartografico tutto il materiale relativo agli as-built.

Per ogni Comune ricadente nell’Ambito gli elementi che sono stati rilevati e riportati nel database sono i seguenti:·

ELEMENTI LINEARI: condotte

ELEMENTI PUNTUALI: valvole, sfiati, scarichi, punto di distribuzione, misuratori, raccordi, puntidi protezione catodica, camerette, idranti, punti quotati·

IMPIANTI: serbatoi, pozzi, impianti di sollevamento, impianti di trattamentoPer ogni elemento ispezionato è stata compilata una scheda monografica comprensiva didocumentazione fotografica e degli attributi di interesse (tra cui la georeferenziazione, via eComune di appartenenza, diametro, materiale, funzione e stato).

Lungo le reti risultano censiti i seguenti ulteriori manufatti: 158 impianti di pompaggio e 302 serbatoi.

Dall’unione dei dati da telecontrollo e delle letture da parte dei tecnici sono determinati i volumi immessi in rete.

Il consumo pro-capite giornaliero, riferito alla popolazione residente servita e fluttuante (pop + 0,25 * fluttuante), risulta pari a 200 l/ab-giorno. Questo dato tiene evidentemente conto dei consumi “urbani” collettivi, mentre considerando esclusivamente i volumi fatturati alle utenze domestiche (residenziali e non residenziali) il valore scende a 135 l/ab-giorno.

Reti fognarie

L’estensione totale delle condotte di fognatura gestite, esclusi gli allacci, è pari a 1.700 km, in prevalenza di tipo separato, interamente georeferenziata. Sulle reti sono presenti 428 scolmatori e 183 stazioni di sollevamento.

E’ in corso la modellazione idraulica di tutte le reti dell’ambito, suddivisa per ciascun bacino. Il termine per tale attività è previsto entro il primo trimestre del 2025.

Le uniche reti per cui è disponibile il modello idraulico tarato sono relative al bacino di Calco-Toffo e Ballabio.

Impianti di trattamento acque reflue
Linea acque

Complessivamente sul territorio sono localizzati 36 impianti di depurazione. Il quadro delle infrastrutture depurative a servizio dell’utenza lecchese è completato da 3 ulteriori impianti localizzati fuori provincia, ma parzialmente a servizio di alcuni comuni dell’ATO di Lecco (Merone, Monza e Vimercate). Viceversa, 3 impianti localizzati sul territorio della provincia di Lecco (Nibionno, Valmadrera e dal 2018 – per effetto del trasferimento di Torre de’ Busi – anche Calolziocorte) trattano una quota di reflui provenienti da comuni esterni all’ATO.

Dei 36 impianti funzionanti sul territorio provinciale, 8 sono semplici vasche Imhoff, mentre altri 8 hanno una potenzialità di progetto minore di 2.000 AE, soglia in corrispondenza della quale il legislatore nazionale si limita a prescrivere un trattamento appropriato mentre per l’imposizione di limiti allo scarico rimanda ad apposita disciplina regionale. I restanti 20 impianti hanno una potenzialità compresa tra 2.000 e 100.000 AE.

Dei 20 impianti di depurazione che rientrano in questa classe, 12 recapitano (direttamente o indirettamente) nei laghi. Gli altri 8 recapitano in corsi d’acqua affluenti del Po (sottobacini dell’Adda sublacuale e del Lambro) e dunque contribuiscono all’eutrofizzazione del Delta del Po e dell’Area costiera dell’Adriatico nord occidentale, aree sensibili esterne al territorio regionale.

La maggioranza degli impianti applica una tecnologia di tipo tradizionale, in cui i reflui, dopo i normali pretrattamenti, vengono sottoposti a ossidazione biologica. I depuratori con potenzialità inferiore a 2.000 A.E. nella stragrande maggioranza sono impianti a fanghi attivi, spesso ad aerazione estensiva.

Depuratori che scaricano (direttamente o indirettamente) a lago
Classe dimensionale Numero impianti Trattamento Con fase di
Secondario Terziario Filtrazione
2.000 ≤ AE < 10.000 5 5 1
10.000 ≤ AE < 50.000 5 5 1
50.000 ≤ AE < 100.000 2 2 1

Depuratori che non scaricano (direttamente o indirettamente) a lago
Classe dimensionale Numero impianti Trattamento Con fase di
Secondario Terziario Filtrazione
2.000 ≤ AE < 10.000 1 1
10.000 ≤ AE < 50.000 7 7 4

Linea fanghi

La stabilizzazione dei fanghi è nella maggior parte dei casi di tipo aerobico. Fanno eccezione Calolziocorte, Nibionno e Osnago in cui la stabilizzazione è di tipo anaerobico. Gli impianti di Valmadrera, Lecco, Bellano, Dervio, Esino, Premana e Vestreno, tra i più grandi, e Erve, Vendrogno, Pagnona, Dorio e Tremenico, tra i minori, sono invece sprovvisti di una fase specifica di digestione dei fanghi.

La disidratazione usualmente viene condotta mediante centrifughe

In quasi tutti gli impianti minori (Vendrogno, Colico PIP e Olgiasca, Dorio, Pagnona e Tremenico), i fanghi vengono ispessiti e avviati a disidratazione presso altri impianti.